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Assieme a porro e cipolla è uno degli ortaggi maggiormente utilizzato in cucina per insaporire piatti a base di pesce, ma anche come condimento per un piatto di pasta: è l'aglio, coltura appartenente alla famiglia delle liliacee dalle origini asiatiche composta da un bulbo commestibile, un bigolo (anch'esso commestibile, viene però tagliato per consentire al bulbo di crescere) e da un bellissimo fiore.
Seminare e coltivare prolifiche piantine di questa liliacea non è particolarmente complesso: alla fine del suo ciclo colturale potremo ottenere dei bulbi profumatissimi, pronti per essere consumati.
Per avviare una coltivazione di aglio non utilizzeremo i soliti semi. Questi ultimi, infatti, vengono riservati agli "esperimenti" di laboratorio al fine di ottenere nuove varietà di questo ortaggio così indispensabile per la nostra gastronomia.
Cosa interreremo, allora, per ottenere bulbi pronti per essere consumati? Semplicissimo: uno spicchio di aglio!
Noto con il nome di bulbillo, lo spicchio viene inserito nel terreno totalmente "incamiciato" e con la punta rivolta verso l'alto. Possiamo interrare i bulbilli nel corso dei mesi autunnali o invernali, dato che la liliacea ben sopporta le temperature fredde, optando per un suolo avente un ph compreso tra 6 e 7. L'appezzamento ospitante gli spicchi in camicia dovrà essere lavorato prima dell'avvio della semina e arricchito con compost maturo.
Ricordiamoci, infine, di distanziare gli spicchi nel terreno almeno di 10 cm, ponendoli su file distanti tra loro 20 cm.
La pianta di aglio necessita di pochissime cure per crescere sana e prolifica.
Dobbiamo ricordare che, sia essa coltivata in vaso posto su balcone oppure in campo aperto, l'aglio non necessita di ingenti quantità d'acqua: basterà irrigarla solo in estate, sospendendo l'erogazione idrica un mese prima della raccolta dei bulbi, che avverrà dopo trascorsi almeno cinque mesi dall'interramento degli spicchi nel suolo.
Una volta raccolto, l'aglio andrà lasciato asciugare al sole per un paio di giorni prima di conservarlo in luogo fresco e buio.
Una corretta gestione di rotazioni e consociazioni colturali aventi l'aglio come protagonista sarà fondamentale per prevenire patologie che potrebbero compromettere il raccolto dei bulbi.
La regola d'oro in materia di rotazioni colturali è quella che vieta tassativamente di coltivare piantine di aglio nello stesso lembo di terra che abbia ospitato in precedenza altre liliacee, come la cipolla o il porro. Carote, sedano, cavoli, insalate, ravanelli sono invece le verdure che vanno letteralmente a nozze con la pianta d'aglio: via libera, quindi, a tali consociazioni nell'orto.
Per evitare che la pianta d'aglio possa essere colpita da pericolose malattie come peronospora, muffa bianca e marciume dei bulbi dobbiamo prevenire l'insorgenza di tediosi ristagni idrici.
Qualora non bastasse l'opera precauzionale, potremo ricorrere a rimedi biologici, che saranno perfetti anche per contrastare l'aggressione di insetti come la mosca dell'aglio e i nematodi.
Con il suo profumo e il suo aroma davvero particolari l'aglio non è benvoluto da tutti, reo anche di provocare al nostro alito un odore sgradevole.
Eppure ogni bulbillo di questo prezioso ortaggio contiene una miniera di nutrienti utili per il nostro organismo come zolfo e potassio, senza dimenticare le importanti percentuali di vitamine del gruppo B. Questi e altri nutrienti donano all'aglio proprietà espettoranti, antinfluenzali e disinfettanti.