Scopri la più prestigiosa banca di semi di carciofo: Semi di carciofo
Bellissimo esteticamente, buonissimo in numerose ricette e benefico per il nostro organismo: il carciofo, appartenente alla famiglia delle composite, è talmente pregno di qualità da ritenersi un ortaggio insostituibile sulle nostre tavole!
Esistono diverse varietà di carciofo, tra le quali ricordiamo il mammolo o romano, grande e privo di spine; il tenerissimo spinoso sardo; il violetto di Sant'Erasmo, del quale si consumano anche i germogli.
Scopriamo insieme tutti i segreti legati alla semina e alla coltivazione del carciofo, tutte le sue benefiche proprietà e le curiosità legate all'ortaggio a forma di fiore.
La semina del carciofo, pianta tipica delle aree mediterranee, può avvenire tramite due metodi: la classica semina (da avviare preferibilmente in semenzaio nel mese di febbraio, con trapianto delle colture a maggio) e l'interramento di carducci (tra marzo e aprile oppure tra settembre e ottobre) oppure ovuli della composita (tra luglio e agosto).
Qualunque sia la metodologia di semina prescelta dobbiamo ricordare due cose: la pianta di carciofo vanta una lentissima germinazione (occorreranno almeno cinque mesi per vedere spuntare le piantine) e la carciofaia - l'area ospitante le colture - andrà preparata in maniera perfetta per consentire alle colture di crescere e "fruttificare" a dovere.
Il terreno ospitante le colture di carciofo dovrà possedere un ph compreso tra 6 e 6,5, essere lavorato in profondità ed essere concimato adeguatamente.
Altro aspetto da curare è il sesto di impianto delle piantine, che andranno distanziate tra loro almeno un metro e poste su file lontane l'una dall'altra almeno due metri.
Coltivare il carciofo non è impresa da poco. La composita, infatti, teme le eccessive gelate e cade in letargo in caso di caldo eccessivo.
La coltivazione delle piantine si svolgerà in periodo invernale e, in caso di freddo esagerato, le colture andranno protette con teli di tessuto non tessuto.
La potatura delle piantine di carciofo va gestita con equilibrio. In estate otterremo i carducci proprio grazie alla diccioccatura mentre durante i mesi invernali rimuoveremo gli ovuli tramite operazione di scarducciatura.
La raccolta del carciofo è di tipo scalare e prende il via nei mesi invernali, a punte del fiore ancora "chiuse".
Nonostante il carciofo tema il ristagno idrico (problematica da evitare assolutamente), se non irrigata a sufficienza in estate rischia di cadere in letargo. Dobbiamo, quindi, assicurarci di bagnare bene la carciofaia nei mesi caldi.
Se mal gestita, la carciofaia può essere facile preda di animali e insetti o essere attaccata da patologie come fusarium e peronospora, che potrebbero comportare l'eliminazione definitiva delle colture colpite.
Contro le aggressioni di nottue, afidi e topi potranno invece rivelarsi salvifici i rimedi biologici come macerati alle erbe, sapone di Marsiglia, bacillus thuringensis e trappole per roditori.
Il carciofo è ingrediente principe in alcune marche di amaro proprio in virtù delle sue proprietà digestive, depurative per il fegato e diuretiche.
Tutto merito della presenza al suo interno di cinarina, ma non solo. Il carciofo è ricco di fibre, polifenoli, fosforo, ferro, vitamine e sali minerali. Tali elementi rendono il carciofo un potente antiossidante e antinfiammatorio, oltre che un valido alleato per la dieta grazie al suo potere saziante: provare per credere.