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Se potessimo associare ad ogni città d'Italia un ortaggio che la rappresenti appieno, potremmo tranquillamente cominciare da Treviso. La nota località veneta, infatti, è ben nota per una varietà di cicoria da cespo dal colore e dal sapore insoliti, ma al contempo intriganti: il radicchio.
Il radicchio rosso di Treviso IGP si contraddistingue per presentarsi in natura (e in tavola!) in due differenti tipologie: il precoce, meno pregiato e dal sapore più amarognolo, riconoscibile per la foglia larga e rossa; il tardivo, di nuance rosso-violacea con costa bianca, più pregiato e dalle foglie più affusolate .
Al contrario di quanto siamo portati a pensare, non consumiamo in tavola solo le foglie del radicchio (che possono anche essere cotte): anche la radice, infatti, è commestibile.
Si può avviare una coltivazione di radicchio per buona parte dell'anno, optando per una semina invernale oppure - opzione da prediligere - avviando la germinazione delle piantine in campo aperto o semenzaio a partire dalla fine di maggio sino a luglio.
In ogni caso, si consiglia di avviare la semina del radicchio in terreno ben arricchito da concime organico e lavorato perché garantisca un altissimo potere drenante, dal ph compreso tra 6 e 7. I semi o le piantine nate in semenzaio e trapiantate successivamente in orto dovranno essere distanziati di circa 30 cm tra loro e posti su file equidistanti reciprocamente 40 cm.
La coltivazione del rosso e amarognolo radicchio consta di pochissime operazioni, tutte importanti per ottenere un raccolto degno di nota.
Innanzitutto, la potatura di alcune foglie una volta che la pianta avrà raggiunto i 10 cm di altezza: azione, questa, fondamentale per evitare che le nostre colture vengano coplite da patologie potenzialmente pericolose. Altra operazione da attuare è l'imbianchimento del radicchio tardivo con acqua fredda, tramite l'imbianchimento in cassetta od optando per rincalzo e sfalcio della pianta: questa varietà di radicchio, infatti, stenta a chiudersi spontaneamente.
Settembre è il mese giusto per avviare la raccolta di radicchio: estirpiamo tutto il cespo e prepariamoci ad assaggiare un ortaggio dal sapore e dalla consistenza unici.
Le piante di radicchio la cui semina è stata avviata in inverno corrono il rischio - seppur calcolato - di seccarsi alle prime gelate stagionali. In tal caso, però, non occorre disperarsi, bensì bisogna armarsi di pazienza e aspettare che la primavera faccia sorgere i nuovi germogli dalle colture.
Per quanto concerne l'irrigazione, il radicchio ha bisogno di costanza nelle annaffiature, ma non degli eccessi: evitiamo i pericolosi ristagni idrici.
Il radicchio può essere soggetto ad aggressioni esterne di varia natura ed entità.
Per quanto concerne le patologie che possono aggredire le piante precoci e tardive e che possono essere prevenute attuando delle corrette operazioni colturali ricordiamo: tracheomicosi, marciume batterico e radice cava. Le colture, inoltre, ingolosiscono e parecchio i palati di lumache, agrotidi e nottue che possono essere allontanati dall'orto grazie all'ausilio del bacillus thuringiensis.
Da consumare sia crudo che cotto il radicchio, quale sia la sua varietà o provenienza, vanta una miriade di proprietà benefiche per la nostra salute.
L'ortaggio, infatti, è un potente antidiabetico. Il radicchio, inoltre, previene l'insonnia, sostiene e protegge il corpo dalle malattie cardiovascolari e vanta proprietà depurative. Il motivo di tante qualità? Presto svelato: il radicchio è una fonte inesauribile di potassio oltre che di vitamine, fosforo e calcio. Il tutto ben contornato da una presenza esigua di calorie: un motivo in più per consumarlo spesso!